Green tacos per Cleo App

Continua con una terza ricetta il progetto sviluppato in collaborazione con Biogen, azienda all’avanguardia nell’ambito delle biotecnologie applicate alle neuroscienze, che ha sviluppato diverse terapie per il trattamento della sclerosi multipla e ha all’attivo alcuni progetti pensati per supportare le persone, al di là delle terapie.

Questi dunque i contenuti di una soluzione digitale che Biogen ha voluto sviluppare nella convinzione che, al di là dei trattamenti, i pazienti debbano essere informati e supportati. L’obiettivo è quello di fornire loro una sorta di compagno digitale quotidiano che li aiuti ad affrontare al meglio diversi aspetti della loro vita.

Questa volta ho provato a usare ingredienti diversi ma facilmente recuperabili, per creare una ricetta più originale, dall’aspetto etnico e che potesse essere meno “stagionale” ma bilanciata per un benessere quotidiano e personalizzato.

Potevano essere piadine o crespelle, ma alla fine, mi divertiva di più l’idea dei tacos, che normalmente vengono fatti con la farina di mais.

Potrete vedere la video ricetta su Cleo (già scaricabile gratuitamente) e dedicata a chi vive con la sclerosi multipla e personalizzata, con temi dal benessere quotidiano, alle news verificate, alle attività fisiche e alle altre videoricette che abbiamo realizzato con Teresa BalzanoGermana Busca, e Francesca D’Agnano e seguite in ogni passo da Antonella Losa, preziosa nutrizionista e divulgatrice.

Questo è il video raccolto al congresso nazionale di neurologia, dove è stato presentato il progetto, e quella che segue è invece la terza delle ricette con cui ho avuto il piacere di contribuire.

Green Tacos

Ingredienti per 4 persone:

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Panini integrali con fichi secchi e noci

Continua con una seconda ricetta il progetto sviluppato in collaborazione con Biogen, azienda all’avanguardia nell’ambito delle biotecnologie applicate alle neuroscienze, che ha sviluppato diverse terapie per il trattamento della sclerosi multipla e ha all’attivo alcuni progetti pensati per supportare le persone, al di là delle terapie.

Questi dunque i contenuti di una soluzione digitale che Biogen ha voluto sviluppare nella convinzione che, al di là dei trattamenti, i pazienti debbano essere informati e supportati. L’obiettivo è quello di fornire loro una sorta di compagno digitale quotidiano che li aiuti ad affrontare al meglio diversi aspetti della loro vita.

Parlare di persone e alle persone mi è sempre piaciuto e sono convinta che metterle al centro sia un concetto “rinascimentale” da recuperare profondamente.
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Corbezzoli! La marmellata dei boschi in autunno

Punta Manara
Non sono mai tornata da una passeggiata a mani vuote. Non ricordo esattamente quale dei miei parenti me lo insegnò di più da bambina, ma è probabile che fosse Remo, un vero mito per me, andavamo a trovarlo in Val d’Aosta, sul Col de Joux, dove viveva con Rina (la moglie) e le figlie, Mara e Marina. Un vero scioglilingua Remorinamaramarina, che io pronunciavo tutto attaccato, quando insistevo per raggiungerli in montagna.  Con lui si raccoglievano i mirtilli, i funghi, ma anche erbe spontanee. Ricordo perfettamente una gita nel parco del Gran Paradiso, mi fece assaggiare per la prima volta il latte appena munto: mi scoppiò nella testa un gusto meraviglioso, anche perché io era una bimba urbana, allevata a olio di semi di non so cosa e latte parzialmente scremato a lunga conservazione, di provenienza francese. Come dire, strada facilissima per appassionarmi. Come adesso ero curiosa e sfacciata, quindi lo bersagliavo con mille domande, a cui lui puntualmente rispondeva.  Mi ha regalato la passione per la montagna, per il dislivello e per la raccolta di qualsiasi cosa.
Ecco perché appena arriva l’autunno, parto per i boschi a picco sul mare per raccogliere corbezzoli, piccoli frutti rossi selvatici che hanno un sapore di pera matura al loro interno e il gusto più acidulo e selvatico sui semini esterni. Sono delicatissimi, quindi le possibilità sono due: mangiarli appena raccolti, o metterli in pentola, appena tornati a casa.
La ricetta che vi propongo fa parte di un menu a cinque mani, e tutte quelle mani sono di amiche che, come me, non scollegano mai i sapori dai luoghi, perché l’Italia “turistica” è sempre sinonimo di tradizioni di cucina e ingredienti unici: Sara Milletti – Francesca D’Agnano e Pietro Caroli – Serena Oliva – Teresa Balzano.

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Choco – Coffee N.Y. Cheesecake, la ricetta veloce con Fresco

Choco - Coffee N.Y. Cheesecake
Qualche tempo fa ho lavorato alla Scuola di Cucina di California Bakery, dove con un’attentissima e precisa Michela, la responsabile dei corsi, ho imparato le ricette dei dolci americani. Ho giocato in cucina con bambini super intraprendenti, amanti dei dolci e soprattutto desiderosi di apprendere.
In molti casi, rifiutavano totalmente l’aiuto dei genitori: ne ricordo una di soli due anni, con pochi capelli e il grembiulino che si slacciava e le arrivava ai piedi. Fiera di portare il suo cappello e che, se solo la tata avesse provato ad aiutarla per aggiustare il tiro, lei avrebbe cominciato ad urlare. Un giorno, la incontro a passeggio in Duomo e sulle spalle del padre, che ovviamente non mi conosce. La saluto e lei timidissima si mette le mani sugli occhi e ride, con conseguente stupore del padre.
Non voglio certo raccontarvi l’ennesima smielosa storia del “Fare una torta è una magia” però sostengo da sempre che insegnare a cucinare ad un bambino, vuol dire regalargli e regalarsi un ricordo per tutta la vita.
E con gli adulti non è molto diverso, mi sono felicemente incasinata tante volte, solo per il gusto di vedere l’espressione della persona a cui dicevo: “Ti faccio io la torta, qual è la tua preferita?” Continua a leggere

Pasta con le sarde, la ricetta di famiglia

pasta-con-le-sarde-ricetta

Sono tornata in Sicilia dopo venticinque anni e non mi è parso vero che fosse passato così tanto tempo, ancor più considerando che sono di origine siciliana per tre quarti (un quarto è istriano, ma la storia è complicata, magari un giorno ve la racconterò).

Parto all’alba con un ottimo panettone da regalare al cugino Pippo, che non ho mai conosciuto di persona, poiché ci siamo ritrovati da omonimi e foodies su FB, e solo dopo abbiamo capito che cugini lo eravamo davvero. Lui è diventata la mia fonte sull’enogastronomia siciliana e sui prodotti ne sa a pacchi, perché visita le aziende, è curioso, mette le mani in pasta, ma anche in terra per coltivare i pomodorini. È lui che spesso mi conferma dei miei ricordi infantili in cucina e mi riporta alla memoria “magiche” immagini, tipo le zie che urlano in dialetto strettissimo, mentre cucinano cose buonissime, ma soprattutto per chiamare a tavola. Scendo dall’aereo spiegando al personale di bordo che sì, la stagione del panettone si è molto estesa, per la felicità dei golosi e degli appassionati. Continua a leggere