Pane e acqua

Il pane ha un valore profondo, legato alla vita. La vita fermenta, la vita è lievito. Si trasforma, cresce e sfama. A pane e acqua ci si potrebbe sopravvivere, avrebbero detto i nostri nonni e tanti altri che nei nostri giorni vivono al di fuori della nostra società.

Nonostante i problemi nazionali di questo momento, bisogna saper guardare oltre il proprio naso, come twitta Azael :”Però penso a quelli in somalia che sentono di questa cosa della crisi in Europa e pensano ca..o pensa che casino se arriva la crisi pure qua”

Vi racconto questo perché Continua a leggere

Pagnottini Ferrarini

Diciamo la verità: quando mi sono arrivate le confezioni di prosciutto Ferrarini a casa per preparare le ricette di Natale, la famiglia non mi ha dato neanche il tempo di dire che cosa ci dovevo fare. Mi sono distratta un attimo a pensare alle possibili preparazioni e ops! Evaporato il prosciutto Ferrarini. E poi: maddai mamma, ti serviva? Scusaaa! Ha esclamato la quindicenne perennemente affamata, e Blanca: io non ho colpa, papà mi ha fatto un toast perché ero triste.

Si sa che, a casa nostra, il rapporto con il cibo è molto stretto, la golosità regna sovrana, e l’attenzione alla qualità degli ingredienti è estrema. La quindicenne è capace di risparmiare per comprare del burro al tartufo che poi conserva gelosamente, la decenne vivrebbe di pasta fresca, buoni salumi e mele, Marco ama gli spuntini e le mie ricette, ed io cucino tutte le volte che posso per noi e per gli amici.

In un primo momento avevo immaginato di preparare una ricetta della mia infanzia: gli involtini di prosciutto in gelatina. Un classico del Natale negli anni ’70. Poi mi sono detta che in fondo non avevo voglia di vintage e che la mia cucina vive di cottura al forno.

Quindi sono andata a comprare il Ferrarini

Pagnottini Ferrarini

Tempo cottura: 15 minutes

Tempo totale: 2 hours, 30 minutes

Pagnottini Ferrarini

Ingredienti

  • 500 gr di farina manitoba
  • 200 gr di acqua
  • 100 gr di latte
  • 1 cubetto di lievito 25 gr
  • 1 cucchiaino di sale fine
  • 1 vassoio di prosciutto cotto Alta Qualità Ferrarini
  • 100 gr di emmenthal
  • semi di sesamo
  • 1 uovo

Istruzioni

Preparate l'impasto del pane: in una ciotola capiente versate la farina, formate la fontana e aggiungete il lievito, il latte e l'acqua a temperatura ambiente. Sciogliete con le mani il cubetto di lievito e poi pian piano cominciate a mescolare con un cucchiaio, per far assorbire tutta la farina. A questo punto aggiungete il sale e poi cominciate ad impastare trasferendo l'impasto sul piano di lavoro, fino ad ottenere una bella palla liscia. Rimettetela nella ciotola a lievitare per 45 minuti, coprendola con un telo umido.

Spolverate il piano di lavoro con una manciata di farina, tagliate tanti pezzi d'impasto di pane, quante sono le fette di prosciutto. Tritate grossolanamente l'emmenthal, stendete con il mattarello i pezzi d'impasto, distribuite una manciata del formaggio e adagiate una fetta di prosciutto. Arrotolate, e girate a chiocciola.

Sbattete l'uovo, appoggiate su una teglia (spalmata d'olio o con carta da forno) e spennellate i pagnottini che avranno l'aspetto di una chiocciola. Alla fine spolverate abbondantemente con i semi di sesamo. Lasciate lievitare per altri 30 minuti, infornate a 250 gradi per 15 minuti. Sfornate e raffreddate su una gratella.

Buon appetito!

http://www.paolasucato.it/2011/12/04/pagnottini-ferrarini/

 

Arriva la Fiera del Rapulé

Castello di Calosso d'Asti

Castello di Calosso d'Asti

 

Calosso d’Asti è il mio paese. Il paese dove torno, il paese dove ritrovo angoli colorati e vigne che crescono con me. Non ci sono nati i miei genitori e neanche i miei nonni. Ma è il mio paese: l’ho scelto, e in fondo credo, che anche lui abbia scelto me. Cesare Pavese sosteneva che ognuno di noi ha bisogno di un paese in cui tornare per ritrovare sè stesso, ritrovare le persone che ti conoscono e che ti aiutano a riconoscerti.

 

 

Come ci sono capitata? Facile: la mia mamma trent’anni fa, si è risposata con Bruno, e con lui è andata a vivere alla Castagna, una piccola frazione di Calosso. Bruno ama questa terra e come pochi, non è scappato in città negli anni buoni, ma ha vissuto qualche decennio nella frazione di San Bovo, poi però non ha resistito a tornare nella stessa casa della sua infanzia, quando si è presentata la possibilità. Parliamo di qualche migliaio di metri di distanza, ma in un paese, pochi metri sono importanti, perché il legame con la terra è forte e non si dimentica.

Calosso è diventato il luogo, dove Bruno e mia mamma hanno accolto qualche mese della mia scapestrata adolescenza dove, dopo aver vendemmiato, mi toglievo gli stivali sporchi di terra umida e argillosa e scappavo in discoteca. Calosso è diventato il paese di mio marito, che un paese non lo ha mai avuto, perché troppo milanese nell’anima. È il paese delle mie figlie, dei loro mesi estivi, colmi di passeggiate in mezzo ai filari e di guardie nel pollaio per difendere le uova dalle gazze. È il paese di molti amici che si sono fatti adottare, dai suoi silenzi e dalle sue bontà.

Il Rapulè è un appuntamento autunnale, arrivato con successo alla sua 11° edizione, organizzato dall’Associazione Amici di Calosso a cui io non resisto. Un percorso enogastronomico che prende il nome dal Rapulin ‘d San Martin, ovvero il grappolino d’uva che durante la vendemmia è troppo acerbo, e che si raccoglie in questo periodo. Calosso apre tutte le sue porte: il suo castello, le sue case e le sue strade. Strade sempre troppo deserte durante l’anno, che si animano di calore, di profumi e di persone che scoprono le migliori tradizioni culinarie di questa terra, che ancora ha il gusto del Medioevo. E si scoprono i crutin di ogni casa, le cantine scavate nel tufo. Non perdetevi la più grande, La Crota ‘d Calos, dove l’accoglienza di Sebastiano e i piatti di Patrizia, vi avvicineranno alla tradizione più rigorosa e rassicurante. Quando, rallegrati e satolli uscirete dalla Crota, sedetevi al belvedere e godetevi le Langhe

Si accendono i fuochi, si cammina con il calice in mano e si degustano i vini dei produttori locali, a cui si stringono le mani. Se poi, siete meno timidi di loro, potrete farvi raccontare i loro racconti di vigna e di cantina…

A questo proposito, parliamo di ricette che amo.

Torta di nocciole e cioccolato

Tempo preparazione: 30 minutes

Tempo cottura: 40 minutes

Tempo totale: 1 hour, 10 minutes

Torta di nocciole e cioccolato

Ingredienti

  • 200 gr di nocciole Piemonte
  • 150 gr di cioccolato fondente
  • 175 gr di zucchero semolato
  • 5 uova
  • 100 gr di fecola di patate
  • 75 gr di burro

Istruzioni

Lavora in una ciotola capiente il burro morbido insieme allo zucchero ed ai tuorli, con una frusta elettrica o non, fino ad ottenere una miscela omogenea e cremosa. Trita le nocciole e grattugia il cioccolato, tenendoli separati. Incorpora un po' alla volta, la fecola di patate, le nocciole tritate ed il cioccolato. Quando il composto è ben amalgamato unire gli albumi montati a neve. Versare in una tortiera cm 24 ed a bordo alto, imburrata e infarinata. Cuocere a 160° per 30/40 minuti. Controlla la cottura con uno stecchino di legno, se uscirà pulito e asciutto, la torta è pronta, servila spolverata di zucchero a velo.

http://www.paolasucato.it/2011/10/14/arriva-la-fiera-del-rapule/

Pane e cioccolata

Ci_polla piccola

Ci_polla piccola

Quando ero piccola, avevo pochi momento felici, non sono mai stata una bimba allegra. C’erano degli attimi però, che mi facevano sorridere: giocare in una pineta, passeggiare in un bosco, arrivare al mare, dopo un inverno in città, e fare merenda. Tra le mie merende preferite spiccavano: pane, burro e zucchero – pane burro, zucchero e cacao – pane e cioccolata. Credo che il mio amore per il cioccolato fondente sia nato proprio così, dagli ingredienti principali. La sensazione polverosa del cacao amaro che si incontrava con i cristalli dello zucchero e la morbidezza del burro mi hanno sedotto da subito. Il latte non c’era, e non ce lo voglio ancora adesso, in questa combinazioni di sapori. Tra i miei ricordi della colonia estiva a Bardonecchia c’era il panino bianco leggerissimo e il quadretto di cioccolata fondente: il vero problema, era che il cioccolato non bastava mai per tutto il pane. Mi ritrovavo sempre con un pezzo di pane asciutto in mano che non andava giù. Le provavo tutte, spezzavo un gran pezzo di pane e centellinavo la cioccolata, ma niente. Non bastava mai.

Pane e cioccolato Domori

Pane e cioccolato Domori

Ieri pomeriggio mentre lavoravo da casa, ho prepararato il pane di grano duro. Non ci si mette tanto, se lo sai fare. La sera prima ho tirato fuori dal frigo la pasta madre, alle 11 del mattino ho fatto il rinfresco (10minuti), alle 14.00 ho impastato (15min) alle 17.00 ho rimodellato, alle 18.00 ho infornato (1 minuto). Già, perchè non puoi contare nel tempo della preparazione la lievitazione e la cottura. Fanno anche da soli 😉

Poi sono andata alla presentazione del Libro di Gribaudo Alla ricerca del cacao perduto

Alla ricerca del cacao perdutoAscoltare Camilla Baresani e Gianluca Franzoni di Domori è stato illuminante. Mi piace quando in un libro si educa al gusto e s’insegna a riconoscere differenze e qualità.
A dir la verità mi piace anche assaggiare le delizie…
Sono tornata a casa e ho ritrovato una delle mie bella pagnotte di grano duro (l’altra pagnotta è stata divorata dalla family, abbandonata a cena). E quando è tardi e sei stanca, una merenda notturna ci sta.

Pane di grano duro a lievitazione naturale

Difficoltà: 41

Tempo preparazione: 4 hours

Tempo cottura: 30 minutes

Tempo totale: 4 hours, 30 minutes

Pane di grano duro a lievitazione naturale

Come preparare il pane fatto in casa con il metodo della lievitazione naturale

Ingredienti

  • 300 gr di farina di semola di grano duro
  • 200 gr di farina manitoba o semplicemente 00
  • 300 gr di pasta madre rinfrescata qualche ora prima
  • 280 gr di acqua
  • 20 gr di olio evo
  • 3 gr di lievito di birra
  • 1/2 cucchiaio di sale

Istruzioni

In una ciotola ampia versare a fontana le farine, aggiungere l'acqua e sciogliere dentro i tre grammi di lievito di birra (servono per doppare, se avete 1/2 ore in più per la prima lievitazione, non occorre).

Aggiungere la pasta madre rinfrescata tre ore prima e mescolare affinché le farine assorbano bene tutta l'acqua. Versare la massa su un piano da lavoro e impastare, tirando e riavvolgendo bene l'impasto per una decina di minuti.

Rimettere nella ciotola la massa e coprirla con un telo ben bagnato. Lasciate lievitare 3 ore. Riprendete in mano la massa, dividetela in due e formate due belle pagnotte. Con un coltello affilato incidetele a croce e accomodatele su una teglia ricoperta di carta da forno. Spennellatele con un'emulsione di acqua e olio. Lasciate lievitare un'altra ora. Cuocete a forno già in temperatura, a 250° per 10 minuti e poi altri 15/20 a 200°. Sfornate e lasciate raffreddare.

http://www.paolasucato.it/2011/10/04/pane-e-cioccolata/