Ma come si misura l’ecosostenibilità?

Quando trovo ostico qualcosa, tento sempre di ridurre ai minimi termini, per semplificare e provare a capire meglio. Esattamente come quando avevo sei anni, applico il metodo della mia temibile e terribile Maestra Borgo, che mi considerava zero, ma spiegava un gran bene. Ovvio quindi che studiassi poco, perché riuscivo comunque a cavarmela, semplicemente ascoltandola dagli ultimi banchi.

Fortunatamente le parole “ecosostenibile” e “impatto ambientale” sono sempre più consuete nelle nostre conversazioni e ancor di più dopo l’esperienza di Expo Milano 2015, e nel mio caso ancor di più, avendo seguito anche lo sviluppo di Expo World Recipes, che riportava l’impatto di ogni ricetta solo analizzando gli ingredienti e non altri parametri, quali gli strumenti, la stagionalità etc. Insomma un bello sforzo per far comprendere questi dati a chi cucina e chi mangia. Però non basta, me ne rendo conto.

Ho anche un grande vantaggio: sono cresciuta con un padre ossessionato dal risparmio economico, quindi ogni azione o spesa era super misurata: dallo spegnimento delle luci e delle spie della televisione, al fai da te più estremo come l’imbiancatura, la carta da parati, la riparazione di un miliardo di cose domestiche e personali come le scarpe e i lavandini. Certo, ho passato molti pomeriggi a ridare la vernice alle ringhiere, ad aggiungere vino all’aceto in cantina, a usare come carta di brutta i retro dei ciclostili,  o a passare gli strumenti a mio padre, annoiandomi a morte e sognando i giardinetti.
Se vi state chiedendo se mio padre era un artigiano, vi dico subito di no: era un impiegato in IBM..
Come figlia lo ringrazio perché quel tipo di educazione mi ha dato curiosità e spirito d’intraprendenza, insegnandomi a fare tutta una serie di calcoli da adulta e a ridurre al minimo gli sprechi.
– “Mi conviene spendere 20 euro la settimana dal panettiere per del pane che non mi piace e che probabilmente non mi fa bene, o mi conviene imparare a farlo?
– Mi conviene comprare una seconda macchina o mi conviene andare in bici, e permettermi un taxi ogni tanto?
– Mi conviene comprare un elettrodomestico che costa poco e durerà poco, o spenderne di più e sapere che durerà almeno 10 anni?
– Mi conviene far imbiancare da qualcuno che pagherò tanto e/o col quale litigherò molto, o mi metto sulla scala e compro il colore che dico io in fabbrica?
– Mi conviene buttare gli avanzi o usarli come spunto creativo per un’altra ricetta?

Al risparmio, negli anni, si è aggiunto il valore dell’ecosostenibilità che è coinciso peraltro con il risparmio familiare, ma è anche vero che, se nel secondo caso il calcolo è stato facile, con l’impatto ambientale non lo è stato per nulla.
Insisto nel dire che abbiamo bisogno di quei dati di misurazione per fare delle scelte personali e consapevoli, altrimenti siamo ancora lì che diciamo di riciclare le bottiglie di plastica come trent’anni fa…

Provo quindi ad analizzare l’estate familiare in termini di vacanze: Blanca ha preso l’aereo per andare in Irlanda e in Puglia, per il resto si è mossa con passaggi in macchina di amici o con il treno. Lei preferirebbe lo shopping sfrenato e le vacanze più lussuose, ma il resto della famiglia non l’ascolta.
Rebecca è partita in aereo per raggiungere Salonicco dov’è andata con gli amici a fare volontariato in un campo militare che ospitava i profughi siriani e che, dopo aver fatto censimenti (mescolando il turco, l’inglese e l’arabo) e raccolto molta, ma molta spazzatura, mi ha chiamato per dirmi che non lascerà mai più neanche una bustina del the nel lavandino. Il resto del viaggio l’ha trascorso tra Grecia, Albania, Macedonia e Montenegro: un bel mistone di autostop, pullman, tenda montata ovunque e passaggio ponte sul traghetto. Lei e i suoi amici sono fanatici del risparmio economico e sono super attenti all’impatto ambientale, la gara tra loro è “chi spende e spreca di meno”. Noi genitori abbiamo placato l’ansia con il prezioso aiuto di Europe Assistance che li ha coperti dal mignolo all’alluce.
Io ho viaggiato in treno, in macchina con Blablacar o condividendo il viaggio con gli amici, sono andata a piedi, con le pinne in mare e in bici, come sempre d’altronde.
Ma la realtà è che posso solo compiacermi dei comportamenti virtuosi, non posso invece realmente calcolare l’impatto familiare, e questo m’infastidisce molto, perché così non riesco ad avere delle prove tangibili come per il semplice calcolo economico.

Me ne sono resa conto ancor di più partecipando la scorsa settimana alla giuria del concorso “Grande sfida dei fornitori contro lo spreco alimentare” all’interno dell’evento “Prima edizione del Salone Carrefour 2016”.
Scegliere non è stato facile, come non è stato facile il lavoro dell’aziende che s’impegnano sul fronte della sostenibilità e della lotta allo spreco.
Mi ha aiutato sicuramente ridurre ai minimi termini e osservare le aziende come delle famiglie, comprendendone scelte precise e oculate.

Sono state premiate cinque aziende di diverse grandezze e già virtuose per comportamento e certificazioni riguardanti la sostenibilità.

Antonio Ruggiero S.P.A. – Sabaudia
Premio di categoria RECUPERO E RIUTILIZZO: Creazione di mercati alternativi

Azienda attiva da oltre 120 anni nella lavorazione di patate e cipolle di qualità. Il tema del recupero alimentare è sempre stato caro all’azienda, che da anni destina parte dei sottoprodotti alla produzione di biogas ed energia; il progetto “Belle nel cuore” ha permesso di creare un destino virtuoso per i prodotti che non rispondono ai capitolati di fornitura, facendo acquistare nuovo valore a quei prodotti che presentano a livello estetico delle difettosità o imperfezioni. Quello che normalmente viene inteso come scarto, quindi, viene utilizzato e distribuito sul mercato ad un prezzo più conveniente per il consumatore, contribuendo al risparmio delle risorse investite nella filiera produttiva.

C.I.C.O. SOC. COOP. AGRICOLA – Ferrara

Premio categoria REDISTRIBUZIONE: Donazioni e relazioni con il territorio

Società consorzio di cooperative fondata nel 1997, le cui aziende associate producono frutta e verdura. CICO si impegna da sempre a destinare i prodotti che non trovano una collocazione commerciale in diversi impieghi alternativi, come la produzione di fertilizzante agricolo e la donazione verso organizzazioni no profit. Nel 2006, però, si è manifestata la volontà di avviare un progetto mirato a rinforzare il legame con il territorio e le sue strutture: così è nato “Non sprecare per aiutare”, una progetto di donazione di generi alimentari ad un asilo nido e una scuola materna della zona. I prodotti agricoli forniti sono surplus produttivi con presentano caratteristiche di qualità conformi che sono confezionati in imballi di linee commerciali non più uso: in questo modo si ha un totale riutilizzo di prodotti e materiali e si contribuisce a rinforzare il legame territoriale locale.

Dial S.r.l. di Pergine Valsugana – Trento

Premio di categoria RECUPERO E RIUTILIZZO: Innovazione tecnologica per la valorizzazione dei sottoprodotti

Piccola impresa trentina che occupa 40 collaboratori, attiva nella lavorazione dei funghi e nella realizzazione di una grande varietà di prodotti da loro derivati. Nel 2011 DIAL ha avviato un progetto di ricerca con l’università di Bologna al fine di sviluppare un processo innovativo per la valorizzare dei sottoprodotti della lavorazione dei funghi secchi. Il risultato della collaborazione è la creazione di una nuova linea di creme ad alto valore di servizio a base di funghi porcini chiamata “Fior di Fungo”.

OROGEL Soc. Coop. Agricola – Cesena

Premio di categoria PREVENZIONE: per l’innovazione tecnologica implementata nella riduzione degli scarti

Azienda nata nel 1969, conta ad oggi oltre 800 dipendenti ed è attiva nella lavorazione di prodotti ortofrutticoli. Tra le pratiche implementate per la riduzione degli sprechi, l’azienda si è concentrata sulla riduzione dei sottoprodotti della lavorazione di vegetali grazie all’innovazione tecnologica nelle fasi di cernita del prodotto. La selezione è infatti diventata più mirata grazie allo sviluppo di cernitrici a telecamere e a raggi laser; tecnologie che hanno portato ad una maggior capacità di individuare e scartare i corpi estranei riducendo la precedente perdita di prodotto conforme per errato scarto. Le prime sperimentazioni su macchine cernitrici automatiche sono iniziate nel 2009 testando diversi modelli e fornitori: oggi, a 7 anni dal primo progetto pilota, questa tecnologia è utilizzata su tutti i vegetali tal quali lavorati in azienda, sino ad arrivare a prodotti miscelati, come il minestrone.

Spalla Mauro srl – Alessandria

Premio di categoria REDISTRIBUZIONE: Utilizzo alternativo degli scarti alimentari

Piccola azienda in provincia di Alessandria attiva nella lavorazione e nel confezionamento di prodotti ortofrutticoli. L’azienda, da sempre sensibile al riutilizzo degli scarti su tutta la filiera, ha presentato un progetto che riguarda in particolare la produzione di carote. I prodotti che non possono essere utilizzati per il consumo umano, dopo una selezione manuale che porta a suddividerle in prima, seconda e terza categoria, vengono separate per un loro riutilizzo per consumo animale. La rete creata da questo progetto coinvolge 260 maneggi, che permettono attualmente di aumentare il personale lavorativo impiegato e di coprire il 100% degli scarti di lavorazione.

Tra questi il vincitore assoluto è Dial S.R.L. che sarà “Ambasciatore” alla conclusione del concorso internazionale di Carrefour nel 2017 in Cina.

Tutte queste aziende hanno avuto sensibilità e senso di responsabilità, investendo tanto e apportando modifiche importanti ai loro processi produttivi a tutto tondo e sono davvero contenta che chi ci lavora tutti i giorni come Carrefour reputi importante renderle visibili e premiarle.
Ma la cosa più importante che hanno saputo raccontare con le loro storie è che nei momenti di crisi (non soltanto economica, appunto), come in ogni buona famiglia, si devono ridurre al minimo gli sprechi, si deve rispettare l’ambiente, ma si deve anche investire sul futuro con spirito d’innovazione e creatività pensando alle nuove generazioni.

Oltre alla sottoscritta, la giuria era così composta. Nella foto, giuria e premiati.

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  • Marco Lucchini, direttore generale Banco Alimentare
  • Davide Chiaroni, Vicedirettore Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano
  • Milena Battaglia, rappresentante istituzionale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
  • Flavia Marè, Coordinatrice CSR Carrefour Italia
  • Alessandra Drigo, Senior Analyst Risk & Compliance Carrefour Italia.
  • Matteo Locati, Innovation and Buisness Development Manager di Fedabo, moderatore (prezioso)

 

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