Educare vuol dire rendere autonomi, non devo dimenticarlo


Rebecca e Blanca Zamperini digitali

Da questa settimana, Blanca e Rebecca sono fuori dagli esami: la prima ha concluso la terza media e Rebecca la maturità classica.

Fa impressione direte voi, e avreste ragione: come miliardi di altri genitori sono lì a pensare che il tempo passi in fretta, che siano diventati grandi di colpo e che “non ci sono più le mezze stagioni, signora mia”. Ma loro due nell’ultimo anno e mezzo hanno affrontato quello che non mi sarei aspettata e, come me, sono ancora in piedi e capaci di guardare avanti senza esitazioni.

Mi ritrovo felicemente costretta ad accettare il fatto che il mio invecchiare coincida con la loro maturità, e che le mie azioni incideranno sempre meno sulla loro vita. Poi ripenso spesso con terrore a quella frase di non so quale pazzo di uno psicologo: “La parte fondamentale nell’educazione di un bambino è nei primi tre anni di vita”, e ovviamente questa frase la senti solo quando ne hanno quattro di anni e allora immagini chissà quali disastri potranno mai accadere nella vita di tuo figlio, visto che in quei primi tre anni non pensavi di giocarti il tutto per tutto e ti sei concesso come genitore di distrarti un attimo, o di essere semplicemente un po’ imbecille, o ansioso o altro, come capita al 90% dei genitori onesti: sì, perché quelli perfetti non esistono, possono essere solo bugiardi. Che poi magari non è così, ma pensarlo mi fa vivere molto meglio, e non mi renderà meno orgogliosa delle mie ragazze, così come lo era il loro papà.
blanca e rebecca zamperini

In questi ultimi mesi, la vita milanese non mi ha concesso molto tempo per loro, ma quello che succede organicamente in questi casi è che si cresca più in fretta e che si debba in qualche modo gestirsi un po’ più autonomamente. Certo che quando mi sono resa conto che ero io a chiedere alle mie figlie cosa mancasse in casa per fare la spesa sulla strada del ritorno, ho capito che gli equilibri e i ruoli si stavano modificando notevolmente.

So bene di essere considerata dalle mie figlie una madre “originale”, capace di concedere libertà, ma allo stesso tempo di assillare su certi punti in cui divento intransigente. Non sono appiccicosa, che non vuol dire che non mi manchino le mie figlie quando sono lontane, ma considero così importante il fatto che loro facciano la loro vita e le loro esperienze, che la soddisfazione e l’orgoglio superano sempre l’eventuale nostalgia. Me lo aveva fatto notare la Rebecca a tredici anni: “Mamma, com’è possibile che le mie amiche vengano continuamente chiamate dalle loro madri sul cellulare e tu invece non mi chiami mai?” io poi rispondevo puntualmente e sarcasticamente: “Sei sicura di volere che io diventi una madre come le altre?” Smetteva immediatamente…

La stessa ragazza un anno dopo, si sentiva fortunata, perché lei sapeva cucinarsi una pasta o caricare una lavatrice. E se minimamente conoscete la Rebecca, vi ho detto tutto 😉

L’altro giorno, alla mia ennesima partenza, mi sono dimenticata di lasciare del contante a Blanca per le eventuali commissioni che vanno dalle spese di cartoleria, all’acquisto di latte – biscotti – pappa dei gatti – quindi giustamente, e dall’alto dei suoi 14 anni mi ha fatto notare che se le avessi fatto la Postepay come quella di sua sorella Rebecca, non ci sarebbero stati problemi.

Eh già perché la Rebecca mi ha dimostrato di essere particolarmente parsimoniosa e attenta nel suo anno di studio ad Istanbul: ha speso poco e non è mai rimasta in panne, sapendosi gestire la sua piccola quota mensile (certo l’imputazione più importante per una golosa come lei era ovviamente il kebab!)

Quando è tornata l’anno scorso, l’ho dotata della carta prepagata su cui, o dal suo conto o dal mio, versiamo la liquidità necessaria per le spese da studente e per le commissioni di casa e online.

Il suo atteggiamento verso il denaro è rimasto lo stesso, lo considera uno strumento per la gestione delle attività e del suo futuro, e le spese più pazze che fa sono quelle in libreria o su Amazon. Della serie che preferisco frenare sul kebab, che su romanzi, fumetti, o le biografie di Ataturk, vi pare?

Non si sa come, ma è già riuscita a prenotarsi un volo in Grecia, un altro per Istanbul e il ritorno su Milano al prezzo di un’andata e ritorno da Napoli in Frecciarossa in prima classe, quindi chapeau alla diciannovenne di casa, che solo adesso ha ripreso a respirare, dopo due mesi in cui ha recuperato 1 anno e mezzo di studio.

Scendo dai miei pensieri e  Blanca è ancora lì che mi guarda con gli occhi grandi da gatto degli stivali del Disney attuale di Shrek mentre mi chiede di farle la carta personale. E io me la immagino pronta a scappare per fare shopping con le sue amiche sul corso, quindi le ricordo che avrà comunque un limite e non sarà semplicemente una soluzione a tutti i suoi desideri.

A lei finora era bastata una nota sul mio telefono dove sommavo i regali dei nonni e i soldi guadagnati con alcuni lavori, dal racconto sui giochi ad alcune presentazioni che abbiamo fatto insieme. Ah certo anche le sue paghette, che invece sono sempre molto incasinate, un po’ perché mi dimentico io e un po’ perché si dimentica lei, perché sa che se le richieste sono giuste e necessarie, non le detraggo certo da lì.  Ma il confine è sempre troppo labile e mi rendo conto che bisogna ristabilire delle regole precise, per dare modo a tutte e due di capire e di gestire al meglio.

L’anno prossimo comincia la scuola superiore, ha già il suo abbonamento dell’ATM e questo della carta prepagata è un altro sano passo di crescita.

La mia generazione è cresciuta con l’idea dei soldi di carta e basta; considerando che di carta erano anche gli assegni e i libretti, ma i nostri figli sono cresciuti sentendo parlare e confrontandosi costantemente su  e-commerce, operazioni online di ricarica, i costi delle l’ultima app e così via. E mi rendo conto che se voglio farle crescere nella gestione delle loro finanze, questa è la buona strada ma che non sarà esente da attenzione e controlli vari da parte mia.

Conversando su questi argomenti con amici e genitori ancora nel tunnel adolescenziale, e con alcuni di loro anche davvero super precisi, ho avuto certezza sulla validità della proposta di  IoStudio, appunto di Postepay, la prepagata che le scuole hanno distribuito agli studenti delle scuole superiori.

Ok Blanca, questa sarà la tua ultima estate con il conto sul mio telefono, e il prossimo anno dovrai cominciare a gestire le tue spese con maggiore autonomia, che vorrà dire comprare i libri, comprendere quali saranno gli sconti di cui approfittare e tutto il resto. A settembre ti farò una sorpresa 😉

Nel frattempo se volete informarvi meglio, trovate tutto su IoStudio (bello che ci sia anche il Ministero della pubblica istruzione,  Perché sì, anche i cittadini che crescono vanno educati ad amministrare le proprie risorse, vedi gli ultimi fatti d’attualità in Europa…