cucinaMancina a “Il libro possibile” di Polignano

Quando ero piccola, la mia maestra ci diceva che eravamo fortunati, perché nell’epoca moderna in cui stavamo vivendo, non si obbligavano più i bambini a usare la mano destra. Ci raccontava che la parte destra del cervello, che comandava per uno strano gioco d’incroci anatomici la mano sinistra, era la più creativa e che era bene lasciare in quei casi particolari la libera scelta, per non costringere e per ottenere in molti casi risultati migliori.
Quello che succedeva a noi ragazzini era che invidiavamo un po’ questi mancini dal fascino creativo e un po’ rivoluzionario.

Poi durante un corso di tiro con l’arco ho scoperto, di essere mancina anch’io. Ho scoperto che se tiravo da mancina riuscivo finalmente ad avere risultati apprezzabili e soprattutto a far smettere di ridere gli amici presenti e sempre pronti a sfottere. E non lo nego, mi sono sentita più figa.

Quando Flavia Giordano e  Lorenza Dadduzio mi hanno parlato di cucinaMancina durante Next a Milano (che tra l’altro hanno vinto come migliore food startup e un po’ è anche colpa mia e di Sonia Peronaci che eravamo in giuria) ho scoperto che parlavano di mancinità in ambito food come piace a me, e ho gioito. Sì è vero, si dice mancinismo, ma solo quando s’indica una malattia, mentre la mancinità è stata coniata da Flavia e Lorenza come termine totalmente positivo e indice di sana creatività.

Vegetariani, vegani, allergici, intolleranti, e poi tutte quelle persone che hanno una maggiore consapevolezza di ciò di cui scelgono di nutrirsi. Meno sodio, meno zucchero, con frutta, crudo o senza uova. Non importa, siamo tutti un po’ mancini e se non lo siamo, forse dovremmo diventarlo… Continua a leggere

La norvegia è vicina

Mi sembra ormai passato tanto tempo dal mio viaggio in Norvegia. Ripenso alla luce, al silenzio, ai paesaggi bianchi, grigio e azzurri. Agli occhi chiari delle persone che ho incontrato e che mi hanno trasmesso serenità, quella serenità che riesci ad avere quando ti senti perfettamente inserito nel tuo ambiente e nel tuo contesto, quando anche il freddo non ti urta e la natura intorno a te è in armonia.
Come avrete capito mi manca un po’ e non vedo l’ora di tornarci e portare le persone che amo, la mia famiglia. La cosa buffa è che qualche giorno fa (ed è da altrettanto tempo che volevo raccontarne) nelle mie corse milanesi, in bici tra un brainstorming in agenzia, una visita dal medico per la figlia, e delle cose da scrivere, mi sono imbattuta in un vero e proprio concerto di una famiglia norvegese che è stata in viaggio intorno al mondo per mesi. La più piccola, una vera cantante dalla voce grande, il viso piccolo e la treccia lunga.

 

Mezze maniche con peperoni, pomodorini e Salmone Norvegese

Tempo preparazione: 20 minutes

Mezze maniche con peperoni, pomodorini e Salmone Norvegese

Ingredienti

  • 400 gr di Salmone Norvegese fresco - 400 gr di mezze maniche - 100 gr di pomodorini pachino - 2 peperoni (uno giallo e uno rosso) - 1 cipolla bianca - olio evo - sale qb

Istruzioni

Pelate i peperoni con un pelapatate e tagliateli a brunoise (cubetti piccolissimi).

In una padella preparate un soffritto con cipolla bianca e fate rosolare i peperoni con i pomodorini tagliati in quattro. Fate cuocere a fuoco basso, aggiungendo eventualmente un mezzo mestolo di acqua. Dopo circa 10 minuti, unite il salmone a cubetti e terminate la cottura per altri 2-3 minuti.

Intanto in abbondante acqua salata cuocete la pasta, scolatela al dente e saltatela in padella.A piacimento terminate con una grattugiata di ricotta salata.

Infine per esaltare le verdure si possono aggiungere zucchine e melanzane.

http://www.paolasucato.it/2012/06/17/362/

Ho smesso di correre ed ho ascoltato. Mi sono emozionata e li ho filmati. Essere famiglia viaggiando per il mondo dev’essere un’esperienza incredibile. Un modo per scoprirsi a vicenda e conoscersi profondamente. Loro sono partiti dalla Norvegia ed io vorrei tornare.
Le ragazze di Norge devono aver sentito la mia nostalgia e mi hanno mandato una ricettina con il salmone norvegese. Io mi sono apparecchiata con la tovaglietta souvenir e mi sono seduta al sole a mangiare. In fondo tutti noi abbiamo bisogno di luce. E di musica, e di viaggio…