Famiglia punto Zero, un bel modo per ripartire.

Famiglia zamperini

Sono mesi che si parla di famiglia.
Famiglia naturale, famiglia con mamma, papà e figli. Come se questo sia naturale adesso.
Che poi in fondo, come se lo fosse mai stato in passato. Come se lo fosse mai stato in natura.

Come se due persone che si amano non fossero già famiglia. Non importa l’età, non importa il ruolo, non importano geni e sangue, importa solo l’amore.
Importa la promessa di una persona a un’altra di esserle vicino, di proteggerla, e di renderla autonoma e libera.
I bambini non hanno bisogno di ruoli, hanno bisogno di amore e di esempio.

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Genitori e figli, nel rapporto la memoria aiuta


bambini in cucina

Sono passati 10 giorni dalla fine di #Promessamantenuta, e le ragazze tengono abbastanza il passo. Certo non perfettamente, ma sono riuscite a fare un po’ più loro delle incombenze domestiche e quotidiane.

Da parte mia, cerco di ritagliarmi sempre quei micro momenti per stare insieme, considerando che io sto fuori tanto per lavoro e non solo: sì certo, esco e viaggio anche per puro piacere e lo faccio senza sentirmi in colpa. Come spesso dico, preferisco che si lamentino della mia assenza, piuttosto che si sentano in dovere di stare in casa per farmi compagnia.

Spesso mi è capitato di fare il confronto con il mio passato, di cui non ho mai fatto segreto con la mia famiglia: a 12 anni ero totalmente coinvolta nelle pulizie domestiche, andavo a fare piccole spese e stagionalmente facevo anche cose come pitturare le ringhiere dei balconi, con tanto di antiruggine +2 mani di smalto, e forse è per questo che la cosa che mi rilassa di più oltre a impastare è verniciare.
Eh no, non erano esercizi del tipo cinematografico come “togli la cera, metti la cera”, se ve lo state chiedendo. Andavo a scuola, ma non facevo il tempo pieno, e i giochi in cortile erano il miraggio pomeridiano, dopo aver assolto tutti i miei doveri. È stato un buon modo per rendermi responsabile e veloce.

A diciassette anni, vivevo da sola e non ho quindi avuto problemi nella gestione della casa. Pagavo anche le bollette, intestate ad un altro, e certamente solo se abbondantemente scadute. Lavoravo, e avevo smesso di studiare. Per fortuna che la curiosità e la lettura, hanno almeno un po’ sopperito a quest’ultima cosa.

Le mie figlie (14 e 19 anni ndr) riordinano poco la loro stanza, sono finalmente un po’ più attente nel distribuire tutto ciò che usano in ogni dove e si occupano di svuotare la lavastoviglie, apparecchiare, sparecchiare e dar da mangiare ai gatti. Fanno la spesa quotidiana, organizzandosi con gli impegni scolastici e si smazzano, in primis la maggiorenne, anche di provvedere a recupero documentazione e commissioni di natura più burocratica.

Ovvio che il confronto con il mio passato non regge perché il contesto è diverso, ma credo sia assodato che la nostra generazione di genitori, ha uno strano pudore nel chiedere la collaborazione dei figli nelle attività quotidiane a vantaggio di tutta la famiglia, la prima vera comunità a cui partecipano i bambini. Gli stessi diventeranno grandi e frequenteranno altre comunità come la scuola, le sedi di lavoro e un giorno neanche molto lontano, andranno anche a votare perché saranno cittadini e parte di una comunità ampia detta “Stato”.

Un pudore che mi fa quasi pensare a come se lo considerassimo “lavoro minorile” e gli stessimo chiedendo di andare a scavare in miniera…
Non potremmo rimettere le cose al giusto posto e riconsiderarla semplice educazione, per renderli autonomi e capaci di convivere nella società?

Si comincia da piccoli, anzi da piccolissimi e ha molto a che fare con l’empatia: dovrebbe far scattare il famoso “È bello fare qualcosa per gli altri, a partire da quelli a cui vuoi bene, perché mi piace quando fanno qualcosa per me”

Vabbè, nel frattempo che ci riflettiamo, facciamoci ispirare dai bambini nordici di cui foto sopra…

Io la mia #PromessaMantenuta l’ho portata a termine, con il riempimento a tappo del calendario dell’avvento di #Kindercereali e il resto 😉

E poi si sa, il bastone e la carota funzionano 😉

Blanca e #promessamantenuta inoltrata

Schermata 2015-12-11 alle 19.34.51

 

Patti chiari, amicizia lunga” – #PromessaMantenuta

Zamperini Family

“Patti chiari, amicizia lunga”, si diceva una volta, e credo valga ancora perfettamente ai tempi degli amici di Facebook. Ma adesso vi spiego perché lo sto sostenendo in questo momento.

Da ormai due anni la nostra famiglia è composta così:
Blanca, attualmente 14 anni – Figlia minore
Rebecca, attualmente 19 anni – Figlia maggiore
Paola, attualmente 47 anni – Madre e unico genitore

E ci siamo iscritti al progetto #PromessaMantenuta di Kindercereali.it. 

Come mai?
Perché da anni parlo sul blog anche dell’impegno al femminile all’interno della famiglia e se capita, ci scappa anche un intervento ad un barcamp/momcampContinua a leggere

Ti bastano i soldi Rebecca?

rebecca zamperini istambul postepay istudio

“Ti bastano i soldi Rebecca?
Ma certo, scherzi mamma? Con questi soldi a Istanbul ci vivevo dei mesi!”

Le ultime meravigliose parole di una giovane ragazza che con il suo zaino sta per partire per le sue prime vacanze da sola.
Ovvero, non partiva certo per la prima volta, in Turchia ci ha passato un anno della sua vita. È andata negli Stati Uniti, in Ungheria e a Barcellona con i suoi amici e in lungo e in largo per l’Italia. E ogni volta, quando è partita, ho sorriso nel vederla così seria e sicura di sé, pronta a conoscere il mondo con in tasca pochi soldi e tanta curiosità.

Ho sempre amato viaggiare ma non ho mai dato per certa la possibilità di poterla trasferire alle mie figlie. A diciassette anni sono corsa via da una famiglia che non poteva darmi più nulla emotivamente e culturalmente, con una determinazione che di cui, a ripensarci adesso, ancora non mi capacito. Poco più che ragazzina, ma mi sentivo forte e pronta per vivere le esperienze che mi sarebbero capitate… Continua a leggere

Da me a te da domani: 1972 km

 

intercultura turchia

Mi piace guardare le distanze. Come te, da bambina ho passato molto tempo a osservare il mappamondo e a viaggiare con il dito indice sull’atlante.

Poi a 17 anni e mezzo, proprio come te oggi, ho preparato una valigia per partire. Senza sapere bene cos’avrei trovato dietro quella porta.

Io cercavo la libertà, ma in fondo la cerchi anche tu. E questo mi rende felice, mi fa sentire bene sapere che non ti basta quello che hai qui.

Da domani sarà la tua vita. Non la nostra vita, solo la tua. Sorridi e sii felice.

Sai che non piangerò e non mi struggerò, non è nelle mie corde, o forse non ho ancora ben imparato a farlo, se non in momenti inaspettati e bizzarri, come sai bene.

Ho controllato: ci sono 1972 km da casa ad Istanbul, 405 ore a piedi. Ma tu lo sai che in bici sono veloce, e se hai bisogno arrivo.

p.s.
La tua diabolica sorellina sta già chattando con la tua ospite in Turchia. So che ti mancherà 😉